6.4 Progettare e vivere i nostri spazi
Un ripensamento dei propri assetti strutturali e territorialiUniTo si trova in una fase decisiva di ripensamento dei propri assetti strutturali e territoriali. Come Rettrice ritengo prioritario nei prossimi sei anni superare una logica spesso (e talvolta necessariamente) emergenziale nella gestione edilizia e abbracciare una visione strategica, integrata e partecipata della pianificazione degli spazi. La carenza strutturale di ambienti adeguati per didattica, ricerca e vita universitaria richiede una trasformazione culturale e operativa, fondata non solo sulla costruzione di nuovi edifici, ma anche sull’ottimizzazione massima e razionale del loro utilizzo, sul ripensamento degli spazi universitari come luoghi di relazione, benessere, innovazione e comunità. La nuova governance dovrà superare un policentrismo non pianificato, per costruire una geografia identitaria che riconosca e valorizzi la specificità di ogni sede, metropolitana ed extra-metropolitana, in coerenza con il ruolo pubblico e culturale che l’Ateneo svolge nei diversi contesti.
Le opportunità offerte dal progetto ReInventing UniTo, dai fondi PNRR, dalla rigenerazione urbana e dai nostri recenti e cospicui investimenti, vanno colte con progettualità condivise e orientate a creare campus accoglienti, sostenibili e interconnessi. L’obiettivo è duplice: rigenerare il patrimonio esistente e pianificare nuovi insediamenti secondo principi di accessibilità, sostenibilità ambientale e sociale, qualità della presenza e connessione col territorio. Ciò significa coinvolgere i Dipartimenti nella co-progettazione dei trasferimenti, istituire un Tavolo permanente di confronto e una Conferenza di Ateneo dedicata agli assetti edilizi.
Infine, garantire il diritto allo studio richiederà un piano strutturale per le residenze universitarie, da realizzare in collaborazione con enti pubblici e privati. Offrire soluzioni abitative accessibili e dignitose è parte integrante di una visione di Università pubblica e inclusiva, in cui ogni intervento infrastrutturale sia coerente con il Piano Strategico per la Sostenibilità e fondato su criteri di giustizia territoriale, ambientale e sociale.