6.8 Parità di genere
La promozione della parità di genere all’interno di UniTo come responsabilità collettivaLa promozione della parità di genere all’interno di UniTo deve essere pienamente considerata una responsabilità collettiva e il ruolo del CUG all’interno del nostro Ateneo potenziato in termini di sostegno a chi vi opera e di visibilità rispetto al ruolo che assume nell’elaborazione delle Azioni Positive.
Il Gender Equality Plan (GEP) 2023–2026, fondato su un approccio che agisce sui sistemi e non sulle persone, ha introdotto un modello efficace basato sull’integrazione di azioni strutturali e culturali, da rafforzare e rilanciare con il nuovo GEP, i cui lavori dovranno essere avviati già nel 2025.
Tra le azioni strutturali promosse dall’attuale piano, che andranno sostenute e potenziate, vi sono sicuramente le convenzioni con asili nido e centri estivi, per le quali sarebbe opportuno prevedere un finanziamento che ne consenta l’estensione anche al personale precario dell’Ateneo. Un’altra misura rilevante riguarda i fondi di ricerca extra destinati alle ricercatrici al rientro dalla maternità, da integrare con forme di alleggerimento dei carichi didattici o amministrativi. Di particolare rilievo anche gli incentivi per il passaggio da PA a PO, pensati per sostenere concretamente la parità di genere nelle posizioni apicali della carriera accademica.
In parallelo, sarà necessario investire ulteriormente nelle azioni culturali. Tra queste, la promozione della paternità coinvolta, da realizzare attraverso specifiche campagne di comunicazione, la formazione contro i bias di genere rivolta a chi ricopre ruoli di vertice – come nel caso del progetto Breaktop Lab – e l’attivazione di programmi di empowerment e mentoring, come l’Empow-Lab, destinati a giovani accademiche e accademici e ai nuovi ingressi nell’amministrazione.
Sulla didattica e ricerca, l’integrazione della dimensione di genere può certamente proseguire grazie al ruolo CIRSDe e alle iniziative transdisciplinari come podcast e laboratori (che richiedono necessariamente un’azione di sostegno da parte dell’Ateneo).
Ci sono infine margini per implementare ulteriormente l’informazione sulle possibilità, per cui UniTo è sempre stata all’avanguardia, di attivazione della carriera alias per tutte le persone della Comunità che sono in una fase di transizione di genere e per un programma di formazione del personale tutto (docente e tecnico-amministrativo) ad un’interazione rispettosa e inclusiva.
Per garantire l’attuazione efficace e duratura delle politiche di genere, sarà essenziale potenziare le risorse umane, con la strutturazione di uno staff dedicato, la figura della Gender Equality Manager, un Gender Data Analyst e competenze scientifiche interne per la progettazione e l’implementazione delle politiche.
Con riferimento alla violenza di genere, che è una delle espressioni più gravi e strutturali della disuguaglianza tra i generi, UniTo dovrà invece innanzitutto inserire tra le proprie priorità strategiche la realizzazione di un piano formativo capillare per affrontare le radici culturali della violenza, valorizzando le competenze già presenti nell’Ateneo. Altro nodo centrale sarà la revisione unificata del codice di comportamento, del codice etico e del regolamento di integrità della ricerca, attualmente in corso, da accompagnare con una discussione pubblica e partecipata, anche preliminare rispetto alla stesura tecnica. In parallelo, è mia intenzione proporre alla CRUI e al Ministero una proposta di riforma e doveroso aggiornamento della vecchia normativa nazionale sulle sanzioni disciplinari, ormai obsoleta.
Oltre a potenziare gli sportelli d’ascolto, occorrerà riconsiderare e valorizzare significativemente il ruolo della Consigliera di Fiducia, oggi di fatto impossibilitata a dare tempestiva risposta i bisogni di una comunità ampia e complessa come quella di UniTo, favorendo anche la formazione e il rapporto con figure di raccordo che possano agevolare la conoscenza del suo ruolo all’interno dell’Ateneo. Infine, occorrerà agire sul sistema di accessibilità delle informazioni, sia online che offline, attraverso pagine web con maggiori contenuti e disponibili in più lingue e la distribuzione di un kit informativo rivolto a tutte le nuove componenti della comunità universitaria.